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mercoledì 29 giugno 2011

Rilke e l'amore

Dunque è nella solitudine che possiamo trovare la felicità.  Mi pare semplice e difficile insieme. Il fatto è che non credo che le parole di Rainer si riferiscano all’egoismo esasperante dei nostri tempi, sorretto, pare un paradosso, da un fardello, quello della paura della responsabilità. No, credo si riferiscano a qualcosa di diverso. Di più difficile.

Rilke: “…è bene essere soli perché la solitudine è difficile; che alcuna cosa sia difficile dev’essere una ragione in più per attuarla”.

Mi legge nel pensiero. E mentre lo penso, mi distraggo. Poco distante da noi, una giovane coppia di scimpanzè si scambia effusioni. Oh mio Dio. Sembra che gli scimpanzé stiano facendo l’amore adesso! Già, l’amore. Che bella cosa...

Tra cenere e terra: “Dice bene della solitudine. Ma l’amore, l’amore non è la più grande delle felicità? E l'amore non vuole la solitudine...”

Rilke: “Anche amare è bene: ché l’amore è difficile”

Tra cenere e terra: “Guardate quegli scimpanzé. Si amano! Non sembra così difficile. Amare è naturale! Rimpiango di non essere più un ragazzino. Di non amare più con quell’intensità…”

Rilke: “[…]i giovani, che sono principianti in tutto, non sanno ancora amare: devono imparare. Con tutto l'essere, con tutte le forze, raccolte intorno al loro cuore solitario, angosciato, che batte verso l'alto, devono imparare ad amare. Ma il tempo dell'apprendere è sempre un tempo lungo, di clausura, e così amare è, per lungo spazio e ampio  fino entro il cuore della vita, solitudine, più intensa e approfondita solitudine per colui che ama. Amare anzitutto non vuol dire schiudersi, donare e unirsi con un altro (che sarebbe infatti l'unione di un elemento indistinto, immaturo, non ancora libero?), amare è un'augusta occasione per il singolo di maturare, di diventare in sé qualche cosa, diventare mondo, un mondo per sé in grazia  d'un altro […] Essere tutt’uno e donarsi e ogni sorta di comunione non è per loro (che ancora a lungo, a lungo devono risparmiare e radunare), è il compimento, è forse quello per cui oggi intere vite umane ancora non sono sufficienti [...]In questo però i giovani sbagliano così spesso e gravemente: che essi (nella cui natura è non aver pazienza) si gettano l’uno all’altro quando l’amore li assale, si spandono, come sono, in tutta la loro torbidezza, disordine, confusione […] Così ognuno si perde per l’altro e perde l’altro e molti altri, che ancora volevano venire […]”

Tra cenere e terra: “Dunque, non è questo l’amore vero? Non è il sesso nella sua pienezza, il confondersi dei corpi e delle anime, l’impeto e la biologia, l’appagamento dei sensi e il godimento? La libertà di fare quello che ci pare, ovunque? La gioventù!?”

Rilke: “La voluttà corporale è un’esperienza sensitiva, non altrimenti dal puro guardare o dal puro senso, con cui un bel frutto vi riempie  la lingua; è una grande, infinita esperienza, che ci viene data, una conoscenza del mondo, non che l’accogliamo, è male; male è che quasi tutti  usano male questa esperienza  e la sprecano o l’applicano come stimolo  nei luoghi stanchi della loro vita  e come distrazione  invece che raccoglimento verso i vertici.”

Tra cenere e terra: “Ma allora, quando sarà amore?”

Rilke:
“un giorno [...], un giorno vi sarà la fanciulla, e la donna, il cui nome non significherà più solo un opposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a complemento e confine, ma solo a vita reale: l’umanità femminile. Questo progresso trasformerà (da principio contro la volontà dei maschi superati) l’esperienza dell’amore, che adesso è piena di errore, la muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione intesa da uomo a uomo, non più da maschio a femmina. E questo amore più umano (che si compirà infinitamente attento e sommesso, e buono e chiaro nel legare e nello sciogliere) somiglierà a quello che noi lottando e con fatica prepariamo, all’amore che in questo consiste: che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.”


Che meraviglia. Sento che questo può davvero realizzarsi. L'umanità ha una grande opportunità!

Rilke: “E questo ancora: non crediate che quel grande amore che a voi, fanciullo, un tempo si impose, fosse perduto; potete voi dire se allora non siano maturati in voi grandi e buoni desideri e premesse, di cui vivete ancora oggi? Io credo che quell’amore resti così forte e potente nel vostro ricordo, perchè fu la prima vostra profonda solitudine e il primo lavoro intimo che voi avete dedicato alla vostra vita”.

Si,  quest’uomo ha ragione. 
Splendide le sue parole.
Suscitano emozione e speranza, e l'emozione, come la speranza, è sempre la stessa... quella dei nostri nonni...

...non è in fondo la nostra ?
Ps: le parole di Rilke, in corsivo, sono tratte da "Lettere a un giovane poeta"

9 commenti:

  1. E' cosi bello leggere nel tuo cuore mentre rivive i momenti della poesia, ne estrae l'essenza , ne vive le emozioni trasferendole qui, sulla pelle mia...grazie <3

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  2. ...allora ...non posso che scrivere una frase che ho letto tempo fa ...ne sono andata alla ricerca per Te ...e dico per Te.:)))

    ...il Tipo non lo conosco ...cioè all'epoca ho guardato su wikipedia...e mi sembra che non sia proprio uno stupido....questa citazione è su un libro che si intitola così : L'Arte di amare Erich Fromm.

    "Colui che non sa niente, non ama niente.
    colui che non fa niente, non capisce niente.
    Colui che non capisce niente è spregievole.
    Ma colui che capisce, ama, vede, osserva...
    La maggior conoscenza
    è congiunta indossolubilmente all'amore....
    Chinque creda che tutti i frutti
    maturino contemporaneamente come le fragole,
    non sa nulla dell'uva.
    PARACELSO"

    ...si deve aver speranza sempre e come dici Tu è sempre la stessa....star molto attenti ...che lo scalino è breve di non farle diventare illusioni.
    ciao Vania

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  3. ...la solitudine la conosco bene è mia compagna di vita e non potrei più farne a meno...è vero non è facile viverla, ma bisogna saperla prendere, capire, farla tua...l'amore, ho creduto tanto in esso, ma è così complicato...ora non so se più sperare o rinunciare a qualcosa che rincorro da tempo ma non riesco a trovare, o almeno non riesco a trovare quello che mi aiuterà a colmare questo vuoto...l'amore è completezza, gioia dell'anima, essere un unica cosa anche quando si è separati, ma è anche passione da vivere, da respirare...è tutto così complicato caro poeta, non so se più sperare o rinunciare...le illusioni sono quelle che uccidono l'anima...

    è così bello qui, incantevole...

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  4. Circe: che devo scriverti Circe? Con questi post, piuttosto lunghi, sfido la pazienza di chi legge. A volte temo che non siano capiti. Peggio, che non siano sentiti. Le tue parole, sono un sollievo per me...

    Vania: "la maggior conoscenza è congiunta indossolubilmente all'amore...". Che grande verità amica mia...Ti ringrazio, perchè ti sei dedicata un po' a me, e perchè mi hai regalato queste splendide parole.

    Angeloblu:e allora, visto che non è più l'ora del caffè, e nemmeno quella del tè, ma quella dell'aperitivo, direi di brindare a tutte le cose incantevoli che la nostra bella vita ci offre...

    Circe e Vania, ovviamente siete invitate anche voi...

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  5. Gli ultimi due paragrafi di Rilke, mi hanno lasciato stupita e commossa. Veramente.

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  6. ...di passaggio per un saluto dolce poeta...

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  7. Stanza: già, sono parole di grande comprensione.

    Angeloblu: sta diventando un piacevole abitudine la tua presenza...

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  8. Forse stamattina avevo proprio bisogno di leggerti per ricordarmi di trovare bellezza in ogni cosa...

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