Mi spiace non poter scrivere di più. Il lavoro mi toglie tempo ed energie. In questo periodo poi esplode l'estate. E dalle mie parti, quando esplode l'estate, il vento caldo ti sbatte addosso, e gli umori scivolano giù per il corpo, trascinandosi dietro gli ultimi pensieri dell'inverno. Gli occhi si proteggono dal sole. La testa si fa leggera. Ti sembra di essere lì, proprio sul punto di impazzire. Ma poi per fortuna vedi il mare. E sei felice. Ti ricordi di essere libero di fronte a tanta immensità.
Poca ispirazione. Che volete, le muse frequentano gli uomini che vanno in giro, quelli presi dalle loro vite e dalle esperienze. Io invece non vado in giro. Sono sempre in movimento, per lavoro. Ma viaggio senza immaginazione.
Fa caldo capite, sono troppo impegnato a sopravvivere. Bevo tanto, di tutto. Non ho tempo per scrivere. Non riesco nemmeno a leggere. Come se vivessi in un limbo. Come sempre, quando all'esterno la temperatura cambia, ho bisogno di tempo per regolare la temperatura interna. Se non c'è una temperatura ottimale ecco, io non scrivo.
Avrei in realtà qualche idea in testa. Poi però puntualmente sfugge, l'idea come il desiderio di tramutarla in qualcosa di condivisibile in un post.
Dunque oggi scrivo qualcosa che ha a che fare con la Chiesa, l'organizzazione che gestisce ancora un potere temporale. Non ci metto niente di mio. Queste poche righe mi sono state offerte in dono da un film che ho visto ieri sera.
A Roma c'è una piazza famosa. E in questa piazza c'è la statua di un personaggio famoso.
Chi è costui ?
Questo personaggio è stato condannato al rogo per essere stato un anticipatore del pensiero moderno. Poveretto, forse non meritiamo sempre il suo sacrificio.
Era un filosofo. Non scriveva di poesia. Ma la vedeva in ogni cosa. Era tanto vicino alla verità, se veramente ne esiste una che abbia pretesa di assoluto.
Di fronte al tribunale della santa inquisizione (scrivo tutto minuscolo perché davvero, davvero non merita il mio rispetto) che lo condannava, pare che pronunciò la seguente frase:
Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla
Il tempo gli ha dato ragione. Era davvero un mago. Aveva una magia interna.
Quando passate da Campo dei Fiori, ricordatevi di Giordano Bruno. E lì che è stato messo al rogo. Non ce l'aveva con la religione o con Dio. Era un uomo, ed è strato bruciato vivo perché pensava quando non era lecito farlo.
Ecco qual era la sua magia.
COSA SONO DISPOSTO A SACRIFICARE?
RispondiEliminaMi recherò ai macelli per bere sangue di pecora?
In nero uccello mi trasformerò tra le fronde dell’ultimo albero?
Venderò l’ombra del matto senza chiedergli il permesso?
Muoverò le orecchie come un cane quando grideranno il mio nome?
Domine non sum dignus ut intres sub tactum meum
Lascio che la mia casa bruci per trasformarla in nave
Nel mio sepolcro la gloria dell’altro accetto
Cammino sullo stesso punto fino a farlo diventare un pozzo
Del dolore mi libero come d’un vecchio cappotto
mi hai fatto riapparire questi versi....
....anonimo ;)
la magia di ogni mente eccelsa. Anticipare i pensieri allora non era salutare...ma quel mondo ancora oggi è tornato ostile, chiuso, abbiamo preso una boccata d'aria dal 78 al 2005 ma subito dopo sono state di nuovo serrate porte e finestre. un abbraccio.
RispondiEliminaA commento della tua dedica scritta per "sfuggire a qualche idea che hai in testa"...
RispondiElimina"Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1590, giorno di sant'Antonio abate, mani ignote deposero sul torno cioè sulla grande ruota in legno che si trovava all'ingresso della Casa di Carità di San Michele fuori le mura, a Novara, un neonato di sesso femminile, scuro d'occhi, di pelle e di capelli: per i gusti dell'epoca, quasi un mostro [...] erano tutti brava gente: la stessa brava gente laboriosa che nel nostro secolo ventesimo affolla gli stadi, guarda la televisione, va a votare quando ci sono le elezioni, e, se c'è da fare giustizia sommaria di qualcuno, la fa senza bruciarlo, ma la fa; perché quel rito è antico come il mondo e durerà finché ci sarà il mondo. (Finché continueranno ad esserci degli uomini ci saranno i Gesucristi e le Gesucriste, come disse Antonia)"
La Chimera, Sebastiano Vassalli
...la nostra umana, povera mediocrità ...
Meri
quanto ti capisco.... per me sono iniziate le notti insonni....il caldo rende la mente instabile!!!!
RispondiEliminaodio le religioni...in loro nome sono stati commessi crimini assurdi...ma l'uomo ha creati gli Dei perchè da solo non può farcela....
Anella
http://previsioniluminose.blogspot.com/
Anonimo: versi interessanti. "Venderò l’ombra del matto senza chiedergli il permesso?". Se fosse possibile, dall'alto della mia autorità, diventerei ricco. Dall'alto della mia autorità di matto si intende.
RispondiEliminaCirce: mia cara Circe, e noi che ci stiamo a fare? Scardiniamo porte e finestre. Ciascuno le sue. Facciamo entrare nuova luce nella stanza.
Meri: ci devo pensare un po' su. Così, su due piedi, mi viene da dire che in fondo nessuno è mediocre. Ciascuno assolve a un proprio compito. Per fortuna non è il grande pensatore che deve mettermi a posto la macchina. Mi suggerirebbe di volare col pensiero. A lavoro, però, deve arrivarci anche il corpo. Così è il meccanico a pensarla meglio del grande pensatore. Forse il punto è che non siamo così bravi a collocarci nella storia. Sappiamo rivestire di dignità il nostro destino?
Anella: mia cara Anella, odiare la religione è odiare l'uomo che l'ha creata. C'era bisogno di questo strumento per governare. Come ogni altro strumento di potere, come la filosofia, la politica, la tecnica ed il denaro, può essere utilizzato nel bene o nel male. Comprensivi dei vizi e delle virtù dell'uomo, apprezziamo a disprezziamo dunque la religione e i suoi profeti.
...il punto è che tu non sei una persona mediocre e puoi distinguere ogni evento, luogo, persona...perfettamente come dici, come pensi...il punto è questo...la mediocrità invece è una benda sugli occhi, un limite della mente...e purtroppo credo sia piuttosto diffusa, un egoistico rifugio.
RispondiEliminaMeri
Cos'è la mediocrità? Quattro amici, a 50 anni, operai e contadini, seduti di fronte ad un vecchio bar di un piccolo paesino, ridono e scherzano. Bevono un buon boccale di birra e parlano del mondo. Di quello che hanno imparato. Sono felici perché in quel momento non pensano alla propria infelicità. Quattro letterati, tra i più famosi, pensano di poter comprendere il mondo e di riuscire a tradurlo con le parole, e rimangono sbigottiti quando si accorgono che il mondo invece se ne frega, e va un po' dove gli pare. Gli sguardi persi dentro l'ultima goccia del vino rosso al fondo del bicchiere. Sono felici di poter condividere un tale, penoso destino, insieme.
RispondiEliminaE' vero, la mediocrità non sempre viene percepita. Ma non è una scelta. Non so Meri. A me sembra solo una costruzione degli occhi degli altri.
...per ringraziarti della visita, gradita, e delle belle parole che mi hai lasciato, sarà un piacere seguirti...adoro la poesia, quella sprigionata dalle nostre emozioni...la poesia dell'anima...
RispondiEliminadolce sera...