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venerdì 29 giugno 2018

Niels Lyhne e l'amore di Fennimore


Se gli uomini leggessero, se solo si sforzassero di farlo, probabilmente capirebbero che tutte le ragioni della vita che andiamo cercando possiamo ritrovarle nei libri. Se sapessero che i libri contengono le risposte, e che ancor di più contengono le domande, i segnali stradali che ci indicano la via giusta da seguire per non perderci in mezzo alla banalità di questa esistenza, se fossero a conoscenza di tutto questo, probabilmente dedicherebbero le ore più liete della loro giornata alla lettura, e si rifiuterebbero di impiegare il loro tempo utile di solitudine in altro modo. Non tutti i libri sono uguali però, non tutti gli scrittori sono uguali. Dunque non tutti i libri contengono le risposte, e non tutti i libri contengono le domande che sono utili a spaziare col pensiero, ad allargare la mente. Perfino a crescere. 

Alcuni libri intrattengono. Altri spaventano. Altri ancora affannano. Poi ci sono i libri che innamorano, e altri che svelano il tradimento dell'amore. Ci sono i libri che crescono, si, coi loro personaggi, e i libri che affrontano il tempo, con tutte le sue distorsioni e i suoi incanti. Ci sono i libri stupidi e i libri che annoiano. Quelli che informano e quelli che contengono le foto, finestre aperte verso il mondo. Ci sono i libri di poesie, e i libri dei poeti che non scrivono poesie. E poi ci sono i libri che non finisci mai di segnare, perché ti stimolano continuamente, e a ogni riflessione ti portano dentro, sì, proprio dentro di te. Ho letto diversi libri in questo periodo, giacché a volte preferisco farmi cullare dalle onde delle parole piuttosto che farmi ustionare dal sole della realtà. Tra tutti un libro mi è entrato nel cuore.

Jens Peter Jacobsen. A chi dice qualcosa questo nome? "La poesia moderna è spesso nostalgia della vita" scrive Claudio Magris a proposito di ciò che incarna il personaggio di Niels Lyhne, protagonista del libro che sto leggendo, dal titolo "Niels Lyhne", di Jens Peter Jacobsen appunto.

Se dovessi riportare tutti i passi che ho segnato, finirei per scrivere un altro libro, soltanto un po' più breve dell'originale. Dunque mi limiterò a un passaggio, un passaggio delicatissimo, un passaggio che mette a confronto la sensibilità del poeta, e tutta la rabbia di una donna che incarna la verità della sofferenza.

"Hai voglia di litigare con me, vero?"
"No, affatto. C'è solo una cosa che vorrei dirti. Non te la prenderai per un po' di franchezza! Dunque, senti, non ti pare, per esempio, che se un uomo vuole raccontare qualcosa di un po' volgare in presenza di sua moglie, o qualcosa che tu giudichi come una mancanza di riguardo nei suoi confronti, sia un po' insulso da parte tua protestare, mostrandoti esageratamente sensibile e cavalleresco? Non si dovrebbe supporre che il marito conosca sua moglie meglio degli altri e che sappia che può dire certe cose senza infastidirla né offenderla, altrimenti non lo farebbe, non è vero?"
"No, in generale non è vero, ma in questo caso, se lo dici tu, posso anche dire di sì."
"Si, credimi. Stai pur certo che le donne non sono quegli esseri eterei che molti giovani ingenui sognano; non sono affatto più delicate degli uomini, e affatto diverse; credimi, l'argilla con cui furono impastati entrambi era la stessa, un po' sporca."
"Mia cara Fennimore, grazie al cielo non sai quel che dici. Sei molto ingiusta verso le donne, e verso te stessa. Io credo alla purezza della donna."
"La purezza della donna! Cosa intendi per la purezza della donna?"
"Intendo...ecco..."
"Tu intendi... te lo dico io cosa intendi: non intendi un bel niente, perché anche questa è una delle vostre delicatezze assurde. Una donna non può essere pura, non deve esserlo. E come potrebbe? Cos'è questa idea contro natura? E' per questo che è stata creata? Rispondi!...No, mille volte no. Che pazzia è mai questa? Perché con una mano ci innalzate fino alle stelle, mentre con l'altra siete costretti a trascinarci in basso. Non potete lasciarci camminare semplicemente sulla terra al vostro fianco, essere umano accanto a essere umano, e nient'altro? Ci diventa impossibile procedere con passo sicuro in mezzo alla prosa, quando ci avete accecate con i fuochi fatui della vostra poesia. Lasciateci in pace, per amor di Dio, lasciateci in pace!". 
Si sedette e pianse.

In questo frammento Niels parla con Fennimore, una ragazza che ricorda fresca e vitale e che aveva tanto amato prima che lei scegliesse di sposare il suo migliore amico, Erik. Un matrimonio felice e sostenuto dalla forza dell'amore, fino a quando, a un certo punto, le cose cambiano, quando Erik, un artista, perde tutta la sua creatività nel rapporto matrimoniale, vissuto in un fiordo, nella calma dei sensi più assoluta, senza stimoli, e si abbrutisce, di fatto abbandonando la moglie alla sua solitudine. Niels sa che la delusione di Fennimore nasce dal crollo dell'illusione del suo amore e dalla sopraggiunta consapevolezza che il suo venerato Erik, a cui era andata in sposa con tanta gioia, non è che un comune mortale, e la compatisce profondamente.

"... la donna che dal letto di porpora dei sogni è precipitata sul selciato, arriva facilmente a odiare chi voglia stendere su quelle pietre tappeti, poiché, nel suo avvilimento, è proprio quella durezza che vuole sentire, non le basta percorrere la strada a piedi, vuole trascinarsi in ginocchio, e proprio dove la strada è più ripida e le pietre più taglienti. Non vuole aiuti, né mani che la soccorrano, non vuole alzare il capo, lascia che ricada di peso, fin a premere il volto nella polvere e a sentirne il sapore con la lingua."

Adoro questo passo, perché da un lato c'è il poeta, capace di una sensibilità profonda che non sanguina di realtà, e dall'altra c'è la donna che ha amato con tutto il suo cuore e i suoi nervi prima di giungere alla consapevolezza del fallimento. Da una parte l'uomo che in passato ha amato senza essere ricambiato e adesso compatisce. Dall'altra la donna che, schiacciata dalla grandezza del suo amore, decide di non risollevarsi più. Un atteggiamento così appassionato può essere soltanto della donna. L'uomo non può comprenderlo.

Ci sarebbero tante altre cose da dire su questo libro, ma in fondo questo è un post che vuole trasudare di desiderio per la letteratura, ma senza esaurirlo, e per queste ragioni io oggi termino qui.