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domenica 18 aprile 2021

La vita che ci vive

È la vita che ci vive, indipendentemente dal nostro volere. La vita si afferma sui progetti e sui sogni che pure ci appaiono indispensabili...per vivere. Siamo vittime di un inganno narcisistico. Il nostro carnefice, si chiama vita. Per tutti quanti noi oggi è difficile accettare di non essere al centro del mondo. Eppure Copernico ci aveva messo in guardia. Ce lo aveva detto che siamo esseri insignificanti, e che viviamo su una pietruzza che galleggia nel mare dell'universo. Veniamo dalle scimmie, ma lo abbiamo dimenticato. Ci piace raccontarci che se ci siamo evoluti e abbiamo acquisito la posizione eretta, è perché siamo esseri straordinari, capaci di dominare la natura attraverso la ragione, la scienza, la tecnica. La verità è che abbiamo deciso di credere alla narrazione che abbiamo scritto per noi, autori e personaggi di un romanzo tanto, forse troppo umanamente autoreferenziale. Le maschere che portiamo, gli dei che scegliamo, le opere che creiamo, i sentimenti che proviamo servono ad allontanarci dalla verità. Siamo esseri che dobbiamo ingannarci per vivere. Poiché pensanti e dotati di parola,abbiamo senso soltanto all'interno di una narrazione. Non possiamo accettare di essere soltanto un prodotto della Natura come tanti altri, che per lei contiamo quanto un sasso o un insetto, rappresentazioni diverse della sua volontà, che dobbiamo morire perché possa esserci vita per altri esseri, che il dolore non è malattia eradicabile ma necessità, in quanto componente intrinseca dell'esistenza. Che nulla dura per sempre, nemmeno l'amore. Mi pare soltanto adesso di capire Nietzsche, quando scriveva che "Qui tutto è apparenza e fuoco fatuo e danza di spiriti liberi e niente più".
Ciononostante, nonostante tutto, per quanto mi accorga che perfino la ragione è una illusione destinata a crollare, posso dire con certezza che questa vita che mi vive io la accetto, nel profondo, dentro di me. Do a questa vita che mi vive il pieno diritto di passarmi attraverso, di fare di me ciò che vuole, ciò che è. "Che allegria, vivere e sentirsi vissuto", scriveva Pedro Salinas. Oggi il mio conforto viene dalla poesia. Se veramente siamo solo mera rappresentazione di qualcosa che si svolge dentro di noi a prescindere da noi, apparenza cangiante piuttosto che realtà in sé capace di autodeterminarsi, be', come canta Vasco, forse un giorno capiremo il senso di tutto questo e ce ne faremo una ragione. Oppure forse no, e andrà bene lo stesso.