Perchè creare un blog sulla poesia? Nessuno la legge. Mi sono detto. Poi mi sono accorto che più lo masticavo questo pensiero, e più lo digerivo. E, adesso che l'ho eliminato, mi sento finalmente pronto. Per una risposta. Scrivere di poesia è riconoscere il mondo sommerso che dà linfa all'altro mondo, quello che abitiamo. Questo blog vuole dare spazio alle parole. A quelle che diffondono e attraversano lo spazio come note. A quelle ancora nascoste. Tra la cenere e la terra.
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sabato 24 dicembre 2022
Certe vigilie non passano
lunedì 21 novembre 2022
E' mia madre
Non scrivo da un po', e questo dipende dal fatto che non ho trovato in me la forza di farlo. Una persona a me cara se n'è andata, dopo dieci anni di battaglie. Se l'è portata via il covid. E questo ha azzerato tutto. Se potessi, questo 2022 lo cancellerei.
È mia madre
Cosa importa all'amore
della morte?
Piangono i pensieri che
di nulla sanno, nemmeno
di poesia
Nel cuore, più sotto, alle radici
del melo
Eva morde e condanna,
con sé, l’umanità intera
Ma dell’umanità solo non
mi importa
Di mia madre sì
che s'agita nel letto,
e il pallore dice ciò
che gli altri non vedono
Mi uccide di aver studiato,
di comprendere la tragedia
Ogni medico ci passa,
ma non vorrebbe
Dalla stazione oscura il sudore
sale su, fino al cervello
È freddo il pensiero, come
presagisse l’abbandono,
come gli occhi degli altri che
la morte già aspettano
Negli occhi di mio padre
la speranza mescolata a ignoranza
La fiducia nel mio sguardo buono
La paura di perdere un tesoro
Tutti l’amano come fosse
già grave
Il saluto, un gesto, prima
della partenza
Le lacrime annunziano il tradimento
S’offuscano malate ai miei occhi
E nel nome del mio tormento
Salirò monti, taglierò scale
Fino ai gradini del cielo
Dovesse essere necessario
Fino allora andrò a prenderla
Lasciatela stare!
Griderò agli angeli
È mia madre
di Piercalogero Fili'
Ho scritto questa poesia dieci anni fa, mese più, mese meno. Allora mia madre si trovava tra la vita e la morte. Quel dolore lo ricordo bene. Era un dolore vivo, il dolore di una persona che respirava e lottava. Avrei fatto di tutto per salvarla. Fino al cielo sarei arrivato per riportarla giù, al suo posto, con noi.
Oggi è tutto diverso. Il dolore che avverto non è vivo, è un dolore definitivo, morto. Non c'è più nulla che io possa fare per riportarla indietro. La mia disperazione non è servita a nulla. Sono trascorsi sette mesi, giorno più giorno meno, e ancora quando torno a casa sento il suo odore. Mi immagino di trovarla a letto, mi sembra quasi di sentire la sua voce che mi chiama. Poi cala il freddo, e a casa vedo soltanto il volto di mio padre. E mi rendo conto che è già tanto. Lui è la mia vita.
Riposa in pace mamma. Da lì puoi respirare bene finalmente, e goderti tutta la musica che vuoi. Non essere triste, noi ce la caveremo. Il tuo amore ci darà la forza di combattere, di vivere e gioire.
venerdì 25 febbraio 2022
Il lutto dei popoli
E così si combatte una guerra, e i carri armati si muovono in Ucraina come su un campo di Risiko. I dadi li lancia Putin, che con le mani aggiusta il dado quando non gli conviene e avanza inesorabile. L'Ucraina è ricca, fa gola, e non ha il diritto, e nemmeno può sperare di decidere liberamente del proprio futuro, essere inclusa nella sfera di influenza dell'Occidente, fare accordi commerciali in autonomia, entrare nella Nato. Putin sa che al gioco non possono partecipare le grandi potenze mondiali che presidiano i confini, sa bene che una mossa falsa dei cosiddetti "alleati" coinvolgerebbe l'intera umanità in un conflitto mondiale nemmeno immaginabile in tempi di atomica. Così il popolo ucraino è solo, e combatte con le armi che ha, insufficienti, mosso dal desiderio di libertà, un concetto che mai come oggi appare privo di consistenza. Provo dolore per il popolo ucraino, sedotto e abbandonato dall'Occidente, ma sono consapevole che non basta essere vicini col cuore alla popolazione Ucraina. Bisognerebbe dimostrare con le sanzioni che al gioco della guerra si perde sempre. Le sanzioni impoverirebbero tutti però, non solo noi occidentali, ma anche la povera gente in Russia, che non vuole la guerra ma che paradossalmente sarebbe costretta a stringersi ancora di più attorno al proprio dittatore perché non può fare altro e non vuole diventare più povera di com'è. Crude sanzioni avrebbero l'effetto di alimentare antipatie e scissioni tra popoli.
Oggi è un giorno di lutto perché perde la democrazia, e perché perdiamo noi, noi che dobbiamo necessariamente guardare dall'altra parte mentre in Ucraina la gente muore o scappa, coi sogni spezzati e le ossa rosse. I doverosi aiuti umanitari e l'accoglienza che saremo in grado di fornire alla gente ucraina basteranno a lenire il senso di colpa che, come un tarlo, divorera' le nostre coscienze? Non ne sono certo. È desolante. L'umanità non impara mai dai propri errori.