Cerca nel blog

sabato 24 dicembre 2022

Certe vigilie non passano

Certe vigilie non passano. Non passano mai. Sorgono nella memoria, e lungo il tragitto metafisico del tempo sovrastano il presente, si mischiano alle emozioni che proviamo oggi, e creano un contrasto che per alcuni sa di futuro, per altri di passato, per altri ancora semplicemente di presente.  Non c'è vigilia che non dica qualcosa della vita di chi è desto. Per questo avremo vigilie liete, altre nostalgiche, altre ancora di sofferenza. Avremo vigilie di riscatto, soddisfazione e ottimismo. Altre di abbandono, tristezza e malinconia. Ci sono anche vigilie, purtroppo, di impotenza, disperazione e violenza. Per me la vigilia di Natale è un giorno caro. Perfino quando non ho voglia di scrivere, come ieri l'altro, o come ieri, o come stamane, ecco l'impulso sopraggiungere insopprimibile. C'è qualcosa in questa sera così speciale, qualcosa che si posa nel capo come una piuma e che sento ogni anno l'esigenza di comunicare scrivendo. Non è uno sguardo, che fino ad appena ieri c'era, non un desiderio, nemmeno una speranza. Somiglia di più a una consapevolezza. La consapevolezza che forse l'attesa di ciò che verrà è perfino più forte della nostalgia di ciò che è stato, più importante della felicità di domani, più vera di mille auguri di circostanza. Perché è nell'attesa che ci riempiamo di tutto l'amore che ci hanno rubato, che abbiamo perso per strada o non abbiamo saputo utilizzare per noi. Nell'attesa recuperiamo la convinzione di avere ancora qualcosa da dare, agli altri, le persone che amiamo, prima ancora che a noi stessi, perché la felicità è innanzitutto esserci e regalare. Soltanto nell'attesa ci rendiamo conto di essere umani.

Che sia per tutti voi una vigilia di attesa dunque. Vi auguro di ricaricarvi di energia, forza e creatività.




E tanti auguri di Natale anche a chi ci guarda dal paradiso.