[...]non mi sento mai così vicino alla verità, così sensibilmente iniziato, come nelle rare volte in cui vado a teatro o al circo: so allora che finalmente sto assistendo alla perfetta rappresentazione della vita. E gli attori e le attrici, i pagliacci e prestigiatori sono cose importanti e futili, come il sole e la luna, l'amore e la morte, la peste, la fame, la guerra fra gli uomini. Tutto è teatro[...]
"Il poeta è un fingitore
finge così totalmente
da fingere che è dolore
il dolore che davvero sente"
In corsivo trovate Pessoa. Poi c'è il video.
Be', il resto sono io.
Bah! sei tu forse un uom?
Tu se' Pagliaccio!
[...]
Ridi, Pagliaccio.
- Pagliacci, R. Leoncavallo-
...io do un bacio a tutto il resto.
RispondiEliminaChe sei tu. ;)
Ieri parlavo con Erri de Luca, mi diceva di essere un "poeta per difetto" perché quando scrive in versi, rileggendo, sembra sempre che manchi qualcosa da qualche parte. È il classico "l'alunno è bravo ma potrebbe fare di più"...scrivere liberamente senza apparenti schemi è tutto più semplice ma i versi poetici attingono al Sublime.
RispondiEliminaPerché forse non è dolore davvero?
RispondiEliminaps ho cambiato indirizzo al blog:
http://melodiesincopate.blogspot.com/
Trish: un bacio tuo! Sono un uomo fortunato...! ;)
RispondiEliminaBallata: credo tu faccia riferimento alla metrica se ho ben capito. Credo di capire De Luca. Perché il verso libero si faccia poesia, per come la vedo io, ci vuole tanto sentimento, legame saldo con la realtà e grande musicalità. Deve risuonare parecchio per diventare sublime. Se manca uno degli elementi, ed è semplicissimo che avvenga a mio parere, diviene poesia della soggettività. La metrica dà un vestito elegante alla poesia. Credo che faciliti l'emergere del sublime oggettivo (o dovrei scrivere collettivo?). Ma ci vuole preparazione, studio. Sacrificio in tutti i sensi(cioè anche di un pizzico di libertà espressiva). Scusami per la risposta un po' sconnessa, vado pensando un po' così, di pancia. ;) E poi dovremmo metterci d'accordo su cosa sia il Sublime. Troppo poco spazio qui. Ci vorrebbe un buon bicchiere di vino rosso e qualche oretta in compagnia.
Noir: si che lo è. Ps: ti seguirò lo stesso ;)
La psicografia è fenomenale. Presto in arrivo.
RispondiEliminaI feed sono fermi al 27 febbraio 2011 e scoprire che hai postato è addentrarsi in un labirinto... Dunque... entro dalla mia bacheca, arrivo alla data in questione, clicco sotto "home page" ed alla fine, finalmente, giungo al tuo ultimo post....
RispondiEliminaUna sola domanda...
PERCHE'? -_-.
Detto questo....
Leggo verità e realtà...
La poesia, il dolore, come la gioia.... tutto è maledettamente verità, anche se riversata in atti, tra palco e trapezi...
Uno... nessuno e centomila... scrisse un mio conterraneo un pò di tempo fa...
ed anche se centomila... di noi, resta sempre e solo l'insieme, quindi "l'uno".
Squilibrato: aspetta, te la faccio io in un attimo. Sei pazzo. ;)
RispondiEliminaDark-luna: davvero non so. Sono troppo pigro per ricercarne le cause. Io mi faccio un giro per i blog che seguo, periodicamente. Così non mi lascio scappare nulla.
Citi Pirandello, che è siciliano come noi... siamo sensibili al tema dell'identità. Felici di essere uno, nessuno e centomila. Infelici di essere uno, nessuno e centomila.
La poesia è dolore, conosco una tizia che scrive poesie e ogni volta le partorisce cn lacrime d sangue.
RispondiEliminafavoloso pessoa...
RispondiElimina"i poeti che strane creature ogni volta che parlano è una truffa" diceva De André, anche se le parole mi sa che erano di De Gregori, no?
Lux: ora la conosco anch'io.
RispondiEliminaSunshine: in fondo, ma di chi sono le parole? Non sono nemmeno dei poeti. Se ne appropriano indebitamente anche loro. Truffatori loro, come lo siamo tutti.
ehmm non mi bastonare ma...
RispondiEliminason tornata al vecchio indirizzo :)))
Noir: non ce l'ho il bastone...
RispondiEliminacome non ce l'hai????? :DDDDDDDD
RispondiEliminaNoir: è nascosto ;)
RispondiElimina^___*
RispondiEliminaMa tu come fai? entri nella mia stanza dalla porta accanto....
RispondiEliminaOgni sera a sipario abbassato, per un attimo, mi pare finalmente di fingermi me stessa.
Ah quanto è lunga la strada delle finzioni per raggiungere quell'autenticità mai perduta!
Una Gizeta
Tutto è teatro, si. La realtà si trova a suo agio nella finzione (scenica) e viceversa.
RispondiEliminaGizeta: ho letto la tua mail. Mi hai reso felice. Arrivo subito...
RispondiEliminaMarla.Singer: già, come la finzione è una condizione necessaria della realtà...
Bello!
RispondiEliminaAstronauta: ;)
RispondiEliminaI am nothing, if not an actress off the stage.
RispondiEliminaIn fact, it comes down to the terrible truth
that there is no true part of me.
Anne Sexton
Sunshine: grazie per la citazione, significativa... Applausi per te e la Sexton.
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