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sabato 1 settembre 2012

Le poesie perdute



Ho perso le poesie. Ce le avevo in tasca e adesso non ci sono più. Sul tavolo tutto ciò che ho, qualche moneta, un accendino, le chiavi della macchina. Ma quei fogli ripiegati, quei fogli ripiegati semplicemente non ci sono più.


Le ho perse le poesie, per strada.


Le ho perse le poesie, sotto i raggi del fuoco di Spagna, e la notte pure, la notte senza stelle cadenti, sulla spiaggia, con le mani avvolte sul telo e sulla pelle.


Disperato le ho perse le poesie, sul volto di Kristina, per le labbra rosa di Rachel. 


Le ho perse le poesie, e significavano tutto. Le ho sognate di notte, e per un attimo le ho ritrovate tra le braccia, nelle perle, al ritmo delle danze di Pilar.


Cosa ho perso con loro io non so dire. 


Ma in questa stanza, adesso, se mi guardo intorno, tra gli oggetti, le valigie disfatte e le foto, gli odori che impregnano i vestiti. Nelle orecchie ancora la musica dei mie viaggi, ho ritrovato, senza nemmeno aver cercato, potete credermi, la realtà.


E se i vostri occhi che leggono di poesie perdute, se i vostri occhi che adesso sono stati i miei sono occhi grigi, allora uscite via di qui, di corsa, e affrettatevi a vivere. La vita vera è a colori.


Mettiamo su un po' di musica piena di parole. Che sia per voi una buona notte questa, senza più incubi né preghiere.



17 commenti:

  1. beh il vecchio cat stevens fa sempre effetto,
    no niente è perduto, né poiesis né vita, tutto c'è e ritorna in circolo, è sufficiente restare sensori coi sensi attivi allerta e sul pulsante on

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    1. si penso proprio di sì, scrivere è tante cose, è un'autoterapia, è prendersi cura di sé, -fa aumentare la fiducia in sé e bisogna scrivere quello che viene, quello che senti, non quello che dovresti che è lo scrivere per gli altri, e questo lo dice Bradbury lo scrittore di fantascienza- quindi le cose strane anche, i pensieri selvaggi direbbe Bion.
      Ma tu con la tua domanda forse intendevi altro. Certo lo scrivere non deve sostituire la vita, quella vuole essere vissuta, lontano dal tavolino o dal computer

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    2. A volta mi tocca scrivere che devo alzarmi, fare due passi, aprire il frigo, prendere una bottiglia d'acqua e bere, tutto questo mi tocca scrivere per dissetarmi... E' qualcosa di viscerale e malato.

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  2. Ogni tanto si perde e ci si perde.

    Qualcuno ci ritroverà.

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  3. Bisogna sempre perdere prima qualcosa per arricchirsi, fa male al principio, ma poi va sempre meglio!

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    1. Sempre non so, certamente si impara molto dalle persone che perdiamo.

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    2. Le persone sono un'altra cosa, quando le perdi non guadagni mai. Intendevo sire che per andare avanti c'è sempre qualcosa di noi che dobbiamo perdere: un'asprezza, un angolo, una debolezza, un sospetto, un preconcetto, un falso desiderio... Spesso fa male, ma è inevitabile

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    3. "Le persone sono un'altra cosa, quando le perdi non guadagni mai". E' talmente forte questa frase. Mi darà da pensare, per chissà quanto tempo. Grazie.

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  4. ma a volte la realtà può essere bella come una poesia...in ogni caso per ritrovarsi occorre prima perdersi...e tu sei qui con noi...bentornato...:-)

    P.S. sei stato in Spagna, l'altra parte de mi corazon...che invidia...;-)

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    1. Magari non è passato tanto il messaggio, ma le poesie questa volte le ho vissute...

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  5. Penso che alla fine dell'estate, ci sentiamo tutti un po' smarriti. Se poi oltre all'estate finisce anche quello che presumo sia stato per te un meraviglioso viaggio in Spagna, forse il senso di smarrimento è ancora più giustificato.
    Credo allo stesso tempo che vivere una poesia sia cosa ancora più magnifica che cercare le parole per scriverla. Queste sono azioni che vengono dopo, in ordine temporale.
    Prima vivi, ti emozioni, poi scrivi.

    Mi piace il commento sopra di Papaverodicampo, in cui dice che scrivere è un'autoterapia. Sono d'accordissimo. Per me lo è davvero.
    Se non scrivo di certe sensazioni, dopo che le provo, mi sembra di non averle vissute. E' come se vederle sottoforma di lettere sia un completamento della loro essenza.

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  6. Ci sono, credo, persone che le poesie non le possono perdere.
    Perché sono le poesie a ritrovare loro.
    In un certo senso le poesie perseguitano ...

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    1. Come si fa a chiudere loro la porta?

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    2. C'è solo un modo, per quello che so:
      farsi portare via da altre poesie, senza guardarsi alle spalle

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