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sabato 7 maggio 2011

Notturno in Do# minore

Trova il tempo. E scrivi. Lascia che la mano scorra sul foglio. Per quanto banale ai più appaia il gesto. Scrivi. Dimentica la morte, tra i versi. Canta la vita. 



Si scrivesse della vita solo e soltanto, sarebbe più facile. Ma provate a scrivere della morte, e vi accorgerete che le parole finiscono per essere risucchiate nel vortice del silenzio che tutto annulla. 

Come un corpo, che cerchi di rianimare e invece ti rimane tra le mani, spirano le parole, come l'ultimo rigurgito dell'anima. 

Sono proprio queste le parole che vi lascio, poca cosa. 

Le altre son volate via da qualche parte, disperse nell'ultimo sguardo di uno sconosciuto.










L'onere della poesia lo lascio alla musica. La pioggia bagnerà le note. E renderà illegibili queste ultime righe.




4 commenti:

  1. A volte mi sembra di scrivere solo per esorcizzarla..

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  2. Mamma mia quanto mi piace chopin! Ogni volta che sento un bravo pianista mi viene voglia di mettermi al pianoforte e non alzarmi più!!!
    Ma lo sai che forse mi piacciono di più le poesie sulla morte? Sono follemente innamorata di Alla Sera, mentre tutti i miei coetanei preferiscono "La donzelletta che vien dalla campagna" o cose del genere hahaha no, seriamente!
    Ed è vero: sulla morte non c'è molto da dire perché è pur sempre un punto interrogativo. Sarà che affascina...Ci si vede dall'altra parte :P

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  3. Cara Aurora, anch'io adoro Chopin. Ti racconto una cosa.

    Una volta un mio professore al liceo richiamò un mio compagno di classe che studiava pianoforte al conservatorio e che ridacchiava mentre lui leggeva accoratamente una poesia impegnata. Gli disse semplicemente: "Tu non diventerai mai una grande musicista, perchè non comprendi il senso della vita e della morte..."

    Il mio compagno si offese molto. Poi però non si diplomò. Non so se le due cose siano collegate o meno.

    Mi piace pensare che un musicista non deve suonare solamente, ma interpretare qualcosa che deve prima sentire e, dunque, conoscere.

    Morale: suona Aurora, suona. Tu sei una musicista..

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