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domenica 13 gennaio 2013

Se una notte di inverno un viaggiatore



Mi perdoni Calvino se in queste poche righe, poche parole, non parlo di lui, del suo scritto. Mi limiterò a citarne il titolo, perchè ci sono titoli che valgono un romanzo, e così mi pare non possa dispiacersi. 


Chissà cosa ciascuno di noi pensa di questo viaggiatore. E' una notte di inverno. E' solo. Il "se" apre al campo di una condizione: una notte di inverno, un viaggiatore è solo, e si trova sulla sua strada. Immagino la neve alta ai lati. Fa freddo, molto freddo. 


Forse cerca una locanda, un posto dove trascorrere la notte. Forse cerca soltanto calore.


Indossa un tabarro sopra il cappotto, e ha una tuba sulla testa. Credo utilizzi un bastone da passeggio. E' un signore rispettato, ho questa sensazione, e pure abituato ai viaggi lunghi. Ma non lo vedo su un treno, non è un personaggio moderno, porta la tuba e cammina col bastone. Credo viaggi in carrozza di solito. Trainato dai cavalli il suo spirito di conoscenza viaggia. Ma adesso si è fermato. 


E' solo. Sulla strada. Cerca un locanda. Forse cerca un po' di calore.


E' un uomo di altri tempi, ma ha imparato dai suoi innumerevoli viaggi che ci sono persone diverse quanto i ciottoli del sentiero. Non esprime giudizi su nessuno. Ha imparato a conoscere la gente senza condizionamenti. Ascolta, semplicemente. Forse è uno scrittore. E' in tutti i luoghi, e in nessun luogo. Tira un brutto vento. Un vento gelido. Si inarca la schiena in avanti, resiste agli spostamenti voluttuosi del caso, e lacrima agli occhi come stesse piangendo di dolore. 


E' solo. Sulla strada. Cerca una locanda. Fa freddo.


Ad un tratto una musica, una musica antica, così antica che nel suo cuore, triste, sembra provenire dal futuro. Un futuro che gli facciamo conoscere noi, perchè gli vogliamo bene. Ne distingue chiaramente le parole.








Adesso si muove e ha gli occhi chiusi. Si lascia trasportare dalle note, dal senso vero delle cose. Sono un tappeto rosso che conduce a una locanda. E' lontano adesso. L'abbiamo quasi perso. Qualcuno apre alla porta. La lucina di una casa, in lontananza, per un istante, si fa più viva. Poi scompare l'uomo, e la lucina si fa più piccola. E' entrato. 


Vogliamo credere che abbia trovato il calore che cercava.







Se una notte di inverno un viaggiatore, così, per caso, se una notte di inverno un viaggiatore trovasse l'amore...?






 






9 commenti:

  1. Il viaggiatore è uno scrittore in senso lato secondo me, l'inverno è la stagione del pensiero gelato e raccolto a protezione del nostro io profondo. La porta o le porte che si aprono nel buio sono coloro che leggono tout court. L'amore c'entra sempre... e non si raggiunge mai.

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  4. Mi chiedo perchè l'idea del viaggiatore sia spesso (troppo spesso) legata al freddo e a circostanze che evocano solitudine e tempeste, ripari di fortuna da trovare, focalai mentali da accendere per tenere lontani i nemici, almeno la metà dei luoghi esistenti al mondo ha inverni miti se non caldi..cosi immagino il mio viaggiatore seriale, camminante con pantaloni corti e una tragica ultima sigaretta da centellinare....

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    1. Ma allora sei pronto al meglio Gio! Al tuo viaggiatore la sigaretta la offro io, nessun problema ... ;)

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  5. E' sempre l'ora della poesia, Continua a scrivere..

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