Si, è stato un viaggio tremendo e vittorioso.
Babele e i suoi linguaggi. Il caos delle luci e dei colori. I pericoli del mare con gli infidi gorghi. Il canto delle sirene. Il sole coi suoi tramonti. Le infinite albe del domani. Le attese, i giochi, le risa. L'euforia della chimica, il sapore del sale che slega la mente dall'anima. La culla dell'acqua.
I segnali di fumo. Ancora il sole, che frigge le carni. Gli abbracci, le tensioni, il vento che le disperde. Vivere fuori dal corpo, quale unico premio agognato.
La nave è salva. Torna al porto sicuro.
E come succede ad ogni viaggio, che prevede un'andata e si conclude quando imbottigliamo l'esperienza e ne assaporiamo il retrogusto al primo sorso del ritorno, è giunto il momento di mettere a posto le cose. Di rimettere l'anima sanguinosa e silenziosa dentro. Di far risorgere il Capitano della mia persona.
Oh Capitano, mio Capitano!
...come si dice..."l'importante è partecipare"....e aggiungo saper raccontare/emozionarsi ...anche "vinti".
RispondiElimina...notevole la voce/timbro del video.
ciaooo Vania
Io dico mio Poeta, questo è come un viaggio dove incameriamo emozioni, pensieri, ci accompagnano fino alla meta, quella dolce meta.........
RispondiEliminaper me è un dolce ritorno...
secondo te per ecrivere da dio bisogna essere folli??
RispondiEliminaVania: già, le più grandi vittorie sono figlie delle sconfitte. Un abbraccio.
RispondiEliminaAngeloblu: lo è anche per me il tuo...
Sunshine: diciamo che a volte Dio si esprime con il linguaggio dei folli... ma in quel caso li chiamano profeti, non scrittori. Ma magari ti riferivi ad altro... ;)
quello che volevo dire è che ho la sensazione che per essere dei geni in arte bisogna essere pazzi, ma pazzi davvero, a livello clinico..sono forse legata a un'idea adolescenziale della creatività??
RispondiEliminaSunshine: il discorso non è semplice. Arte e follia sono strettamente connesse solo se si considerano le loro manifestazioni esteriori (l'opera d'arte come il sintomo) come qualcosa di identico, ovvero come un'esplosione di contenuti psichici inconsci che sconvolge la vita dei protagonisti così come quella degli osservatori esterni.
RispondiEliminaNon tutti i geni dell'arte però sono folli, così come non tutti i pazienti psichiatrici gravemente ammalati sono degli artisti. Diciamo che sono delle eccezioni i primi, così come lo sono i secondi.
Il talento è ubiquitario, e l'ispirazione è qualcosa che appartiene alla vita interiore che preme per farsi vita esteriore. La funzione creativa è divina. Può essere esercitata dal Dio o dall'uomo, ma ha sempre lo stesso obiettivo: la sopravvivenza.
Il folle non è l'artista, ma chi non è riuscito ad esserlo fino in fondo, forse per un corto-circuito di questa funzione creativa...
Ma questo è solo il mio parere.
Interessanti..
RispondiEliminaIl post e i commenti..
uffaaaaaaaaaaaaa...................mi sento ...come una non udente!!!!!!
RispondiEliminaAstronauta: il blog come il libro è di chi scrive, ma anche di chi legge.
RispondiEliminaAnella: forse devi scaricare qualche aggiornamento che ti consenta di vedere nuovamente i video. Un abbraccio.
Mi soffermo su una frase. "Vivere fuori dal corpo, quale unico premio agognato."
RispondiEliminaFantastico Withman, e l'immagine di un destino compiuto...portare la nave salva al porto (e sì che ci sono anche navi che colano a picco, e il capitano sadico che pretende che la ciurma anneghi con lui)
Saluto il Capitano alzando il cappello.
TrecceNere: non pensare alla nave che cola a picco, né ai sadici capitani...non farlo qui questo pensiero, non adesso...
RispondiEliminaScusa. Bisogna lasciare che il passato si corregga...solo restando grati di essere salvi dal naufragio. Provo a scusarmi io stessa.
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