Cerca nel blog

martedì 7 luglio 2020

C'eri un volta tu (in memoria di Ennio Morricone)


Non so dire quali bulloni del mio corpo si siano allentati. Quando ho saputo della tua morte, sapevo percepire soltanto che qualcosa, all'interno del mio corpo, si era disgiunta. Come se diverse parti di me, prima coese, non lo fossero più. Non ero più in me, questo lo capivo. Solo mi chiedevo perché. Perché non ero più io? Che cosa toglieva dal mio corpo la tua dipartita? Quale assonanza veniva meno col tuo addio? 

Poi ho pensato alla Biorisonanza. Cosa c'entra la Biorisonanza direte voi. Be', questa Scienza studia la risonanza cellulare, e afferma che alcune frequenze specifiche possano migliorare oppure ostacolare la risonanza delle cellule, modificando la struttura dell'acqua al loro interno, forse persino determinando modificazioni del DNA. Pare che in questo senso le cellule normali e quelle cancerogene si comportino diversamente, e che siano sensibili a diversi tipi di frequenze. Da qui la credenza scientifica, oltre che ampiamente antropologica e culturale, che certi suoni, certi ritmi o certi canti possano avere un effetto curativo. 

Allora ho capito. La tua musica era un balsamo per il cuore, perché facendo vibrare all'unisono tutte le cellule del nostro corpo sapeva restituirci ai nostri sentimenti più intimi, perché in questo modo sapeva farci stare bene. La tua musica era la cura di cui abbiamo sempre avuto bisogno.

Da quando non ci sei più, non solo la mia persona, ma tutta l'umanità è a rischio. Perché, vedi, non è che la tua musica non rimanga qui per guaririci, ma è l'idea che non vi sia più il creatore di certe cure miracolose per il cuore a spaventare l'umanità, l'umanità che sente ogni giorno di più il freddo cinico dell'insensibilita', e che teme di affogare nel mare desolante dell'indifferenza.

Tutti pensano che siano i soldi a fare la ricchezza. Io dico che no, non sono i soldi. A fare la ricchezza è oggi più che mai il capitale umano. E allora, non solo l'Italia, ma tutto il mondo piange la tua perdita, Ennio.








Un giorno potrò dire che quando avevo dieci anni mi chiudevo nella stanza e ascoltavo la tua musica a occhi chiusi. Un giorno potrò dire che diversi anni dopo lo facevo ancora. Un giorno potrò dire che c'eri una volta tu. 


2 commenti:

  1. Il tuo post mi ha colpito moltissimo. Ho sentito tutto il bene che ti ha fatto la musica di Morricone. E mi è parso strano (estraneo) perchè io invece l'avevo sempre ascoltata come la colonna sonora di questo o quel film. Non l'avevo mai ascoltata per il suo valore in sè, per ciò che avrebbe potuto trasmettermi in sè. Adesso l'ho fatto, ho ascoltato il link che hai messo e sono rimasto colpito. Per la prima volta la musica di Morricone mi ha colpito forse vicino a dove ha da sempre colpito te. L'ho ascoltata tutta e me la sono goduta. Adesso so che quando ne ho voglia posso ascoltarla con tutte e due le orecchie e il cuore. Sì, così, è veramente tutta un'altra musica.
    Grazie!

    RispondiElimina
  2. Grazie di cuore a te. Mi rendi felice con queste tue parole, che in fondo trasmettono meraviglia e riconoscenza per il pianto commosso di un bambino in lacrime... A metterci in contatto con le nostri parti più intime è stata però la musica, nuda e cruda, priva dell'orpello delle parole. Un caro abbraccio.

    RispondiElimina