Cerca nel blog

domenica 28 luglio 2013

L'isola di Arturo


L'Estate è così. Un turbinio di emozioni. Matrimoni. Feste. Serate euforiche, distratte e ubriache, a volte stanche. Viaggi, da soli, con se stessi, o con amici. Con le donne.


Amori nuovi vogliono colpirti all'improvviso, sembrano convincenti. Ma dentro lo sai che qualcosa ancora non si scioglie, nemmeno sotto il sole caldo della Sicilia. 


L'anima è un'isola lontana. Lontana dagli occhi del mondo. Un luogo accessibile solo a te...




(Bellezza e follia - Linosa)


Scappo nell'isola di Arturo, e mi confronto coi temi grandi della morte e dell'amore...


"Ero curioso di sapere se questo sonnifero dava pure dei sogni. E chi sa se anche nella morte non si hanno dei sogni? Così supponeva quel buffone di Amleto; ma io non sono un buffone al pari di lui e capisco bene la verità: che nella morte non c'è niente. Né riposo, né veglia, né spazio d'aria, né mare, e nessuna voce. Chiusi gli occhi, e mi sforzai per un minuto di fingermi sordo e cieco, ristretto nel mio corpo senza potermi più muovere, isolato da ogni pensiero...Ma no, non basta: la vita, là nel fondo, rimane, come un punto acceso, moltiplicato da mille specchi! La mia fantasia non saprà mai concepire la ristrettezza della morte. A confronto di questa infima misura, diventano signorie sconfinate non dico l'esistenza di un misero prigioniero dentro una cella, ma perfino quella di un riccio attaccato allo scoglio, perfino quella di una tignola! La morte è una irrealtà insensata, che non significa niente, e vorrebbe intorbidare la chiarezza meravigliosa della realtà [...] Chi sa, mi domandavo intanto, se questo veleno avrà un sapore molto amaro?"


Cosa non si pensa di fare a volte...


L'isola di Arturo non è quella di Linosa, ma descrive gli stessi luoghi ed è circondata dallo stesso mare, fosse anche questo mare un mare immaginato e immaginario, un mare letterario, un mare che attraversi seduto o sdraiato, mentre leggi un libro. E' quel mare profondo che devi attraversare per arrivare a te.


"[...] la famosa voce che seguitava a ripetere: - Artù, che hai fatto? - suonò chiara e concreta, prossima al mio orecchio. "Finalmente, eccola, è qua", mi dissi, e riapersi gli occhi. Riebbi, allora, istantanea, la consapevolezza della realtà presente. Ero vivo, questa donna che invocava "Artù" non era mia madre, ma la mia matrigna. E la ragione suprema della mia esistenza era: di baciare costei! Un impulso rapido e deciso mi disse segretamente: O adesso, o mai! e sebbene mi sentissi ancora quasi esanime, levai le braccia e la strinsi. Sentii, sulla mia faccia, i suoi riccioli, le sue lagrime, una freschezza primaverile, morbida e meravigliosa. E, come un grande respiro, una gioia profonda mi attraversò: "Ormai, - mi dissi , - anche se dovessi morire di questo suicidio, potrei morire contento". E tesi le labbra; ma, troppo debole, in quel gesto ricaddi mezzo svenuto su cuscino, senza averla baciata".


Cosa non si fa a volte, per amore. 


E da quest'isola torno a nuoto sulla spiaggia assolata. Sento la musica che arriva da lontano. Voci straniere attorno. Un paio di labbra segrete mi sfiorano. 




Ps: in corsivo stralci tratti da "L'isola di Arturo", di Elsa Morante.




11 commenti:

  1. Fuoco fatuo (Le feu follet)
    1963 - Regia di Louis Malle - con Maurice Ronet e Jeanne Moreau
    tratto dall'omonimo romanzo di Pierre Drieu La Rochelle

    RispondiElimina
  2. L'isola di Arturo mi ricorda un'estate da dodicenne. Io, la mia cameretta vecchia bianca e rossa, la stanza piena del sole delle tre del pomeriggio. Il silenzio intorno, perchè i miei riposavano a quell'ora.
    Una vita fa. E invece sono passati "solo" undici anni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'isola d'Arturo è per tutti la stessa cosa...un tempo passato, e mai trascorso...

      Elimina
  3. Amo quel libro.
    Ho amato Arturo e il mio gatto l'ho chiamato cosi e a volte penso che gli somigli.
    Questo post mi piace, sa davvero di mare. Sono sempre stata convinta che la mia anima fosse un'isola circondata dall'oceano.
    Pens che sia una grande responsabilita` avere il mare intorno. Mio nonno mi diceva sempre che e` falso, dopo che lui e` morto, ha cominciato a dirmelo mia madre:" Ele, non andare lontano, il mare e` falso" , forse hanno ragione,ma a me piace farmi stravolgere dalle onde, quando non c'e` la tempesta , perche ` quando c'e` diventa davvero pericoloso, puo` non restare niente sull' "isola".
    Grazie
    Ti abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il mare, quanti segreti che ci appartengono nasconde... Seppellisce sotto tonnellate d'acqua i nostri pensieri più profondi, i nostri ricordi più scomodi inabissa, lasciando che tornino per caso, a volte, trasportati dall'alta marea...quando meno lo vogliamo.

      Elimina
  4. Ciao,
    non ho mai letto un libro di Elsa Morante e credo che in questi giorni mi recherò in biblioteca a procurarmi "L'isola di Arturo".
    Ogni stagione ci propone le sue emozioni:per quanto mi riguarda è la seconda estate di seguito che sto vivendo emozioni esplosive...spero per la prossima estate di stare più tranquilla perchè questo ritmo non lo reggo più.Poi, anche io ho bisogno di tranquillità!
    Finisco qui, ma solo per il post del commento.
    Un caloroso abbraccio,
    sara (sarapederzani.blogspot.com)

    RispondiElimina
  5. Una storia si può amare per motivi anche molto diversi. A volte ti trovi davanti a scrittori che ti lasciano a bocca aperta per l'uso sapiente che fanno della parola, per la costruzione della frase, per le descrizioni che sembrano fotografie, per i dialoghi brillanti con i quali ogni personaggio esprime appieno se stesso e non puoi che ammirarli come ammiri un'opera d'arte - perché hanno prodotto un'opera d'arte.

    A volte si tratta degli intrecci o dei temi affrontati. Ami un libro perché ti parla di qualcosa che conosci bene e sei portato ad un'auto-riflessione, devi fermarti a pensare: rispecchiarti in ciò che leggi ti cala in una dimensione umana e ti fa sentire meno solo. Ancora più spesso capita di stupirti nel leggere qualcosa di inaspettato e nuovo, cosicché ti sembra di aver vissuto non una sola ma più vite (e non l'ho detto io).

    "L'isola di Arturo" è uno dei libri che più mi hanno emozionata negli ultimi anni. Non si tratta tanto (solo) dello stile, né degli argomenti trattati, quanto della percezione di verità che ho avuto per tutta la lettura. Mi è sembrato di sentire il caldo dell'estate, il rumore del mare, la polvere della terra secca. I personaggi non sono mai svelati dall'autrice, ma si svelano, li scopri mentre loro si scoprono. E' tutto un divenire e questa fluidità mi ha trasportata pagina dopo pagina. Arturo è un personaggio bellissimo e complesso, ma la tenerezza che mi suscita il suo tentativo di amare, in maniera immediata, pura e semplice, anche se nessuno gli ha mai insegnato a farlo, mi spinge a portare nel cuore più di ogni altro proprio il passo che hai pubblicato tu, quello in cui per la prima volta si rende conto di quale sia il sentimento che lo lega a Nunziata. Anche se forse, in realtà, non lo capirà mai del tutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. https://www.facebook.com/Agnese00

      Elimina
    2. Il tuo indirizzo facebook vuole essere quasi una prova di autenticità, una dimostrazione che dall'altra parte c'è veramente qualcuno che scrive, una persona con interessi, passioni, relazioni, sogni e desideri... Apprezzo. Pur tuttavia, credo che la tua autenticità si sveli già nelle parole, quelle stesse parole svelate che ti hanno portato ad amare L'isola di Arturo...

      Ti ringrazio. Perché hai scritto tanto. Mi hai dedicato tanto tempo, e hai voluto condividere con chi passerà da qui, pure, una parte di te. E' bello, e intimo. Scrivimi pure come, quando e quanto vuoi, qui o altrove. La mia mail la trovi nel blog. Un abbraccio compagna d'anima.

      Elimina